Milano Fashion Week

 
















La Milano Fashion Week torna a Milano, attesa più che mai per la presentazione delle collezioni Moda Donna, dal 19 al 25 settembre 2023. Il calendario di eventi sarà fittissimo, tra sfilate, presentazioni ed eventi esclusivi in tutta la città dedicati al luccicante mondo della moda. Il calendario definitivo della kermesse conta 64 sfilate, di cui 5 digitali, 74 presentazioni e 34 eventi, per un totale di ben 172 eventi, mai così tanti dall’epoca pre-Covid. L’affluenza prevista quest’anno per l’evento è altissima, con centinaia di buyer e giornalisti in arrivo a Milano, per un edizione che si preannuncia piena di sorprese.


Tra i grandi nomi da tenere d’occhio c’è Gucci, con la prima collezione presentata dal nuovo direttore creativo Sabato De Sarno e la prima volta di Tom Ford sulle passerelle dopo l’addio del suo storico direttore. A spiccare sopra gli altri però c’è il grande ritorno di Fiorucci, lontano dalle passerelle dalla morte del suo fondatore Elio nel 2015. Oggi il brand torna con 15 look dalla “collezione zero”, sotto la direzione creativa di Francesca Murri. Oltre ai comeback, nel calendario della Milano Fashion Week 2023 troviamo anche diverse prime volte, come quelle di The Attico e Karoline Vitto, stilista brasiliana promossa dal gruppo Dolce&Gabbana, da diversi anni impegnato nel supportare giovani talenti emergenti. Calcano le passerelle di Milano per la prima volta anche Anvav e Chiara Boni.


Le Sfilate






Emporio Armani


Emporio Armani Leggera e trasparente, una collezione nella quale Giorgio Armani raccoglie la sua idea dell’estate. Ottimisticamente colorata.





Una brezza leggera su giacche fluide e top bustier, foulard annodati sul seno, revers che mostrano il dorso e sacche capienti trasformate in borse: c’è Emporio Armani con la collezione primavera estate 2024 a ricordarci che la semplicità dell’estate si riassume tutta nella pratica alternanza di pezzi facili. “L’estate come condizione dello spirito: leggerezza di pensieri e desiderio di portare nel vestire tocchi di altrove, come raccolti in viaggio, catturati nell’aria, come tracce di una brezza delicata che tutto pervade”, racconta Giorgio Armani di questa sua Emporio sempre più adatta a descrivere le soluzioni necessarie alla quotidianità.


Prada


In una collezione di 64 uscite, Miuccia Prada e Raf Simons sintetizzano il loro voler ridare ai vestiti la priorità sul racconto che costruiscono


Una lunga teoria di vestiti, da assemblare, da far vivere nella loro unicità, da scomporre e ricomporre in un insieme che si trasforma in un discorso, pardon, in un guardaroba: e così la collezione Prada primavera estate 2024 non lancia messaggi ma spiega i vestiti. Che messi tutti insieme dicono: “sono borghese ma voglio essere ribelle”. Però prima di parlare dei vestiti, va raccontato il finale della sfilata quando, dopo l’applauso ai due direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons, una standing ovation accoglie Fabio Zambernardi che si unisce a loro e che, con questa collezione, lascia Prada dove era braccio destro della Signora e dove ha passato molti decenni della sua vita professionale e privata.


Gucci


Sabato De Sarno alla sua prima collezione sceglie una strada autonoma che è l’inizio di un percorso che inizia a carte scoperte

Grandi attese si risolvono nelle semplicità di “una storia che si gioca a carte scoperte”, come definisce Sabato De Sarno il suo debutto alla direzione creativa di Gucci con la collezione primavera estate 2024. Ed è Gucci Ancora, il titolo. Ancora come un colloquio che continua, come un incontro che prosegue, come il bis delle arie all’opera (encore) che allunga il programma a beneficio dei fan quando quello originariamente previsto è finito, come il colore Rosso Ancora che De Sarno ha inventato come una tonalità inedita del suo debutto.


Fendi


In un’atmosfera celebrativa, Kim Jones fa sfilare una collezione walk-trough di suggestioni romane. Nella ricerca di una formula di daywear che stenta a trovare una propria forma definita

Le amiche delle grandi occasioni riunite per festeggiare un evento. In platea, tra gli invitati, un parterre des reines: Demi Moore, Naomi Campbell, Naomi Watts, Christina Ricci, Linda Evangelista, Kate Moss, Amber Valletta insieme ad altre attrici e celebrities, soprattutto note nei mercati orientali. Si avverte un’aria un po’ celebrativa prima dell’inizio di questa sfilata Fendi per la collezione primavera-estate 2024 firmata da Kim Jones. La direzione creativa del designer inglese per  la collezione Donna e Couture di Fendi è dall’inizio partita come una celebrazione della storia del marchio e soprattutto della città in cui è nato e continua a svilupparsi, Roma. «Quando sono a Roma, tutti i giorni cammino dal mio albergo al Colosseo con le mie ear pods alle orecchie ascoltando una musica che è la colonna sonora di un mio film immaginario con i caratteri di Fendi che vedo lungo la strada. A Roma c’è un’eleganza semplice che non si prende cura di quello che è, che è la vera idea del lusso. In questa collezione ho voluto riflettere questo significato e questa realtà» dice Kim Jones. Quindi Jones preannuncia un walk-trough in Roma, tra vecchio e nuovo, tra palazzi barocchi e rovine archeologiche.


Versace


Donatella Versace mescola le carte in tavola e mentre descrive le atmosfere eleganti e grafiche del bon chic bon genre pianta il seme della ribellione. In donne e uomini

Ripulita negli effetti e con una gran voglia di solleticare le tante derive irregolari: la collezione Versace primavera estate 2024 che Donatella Versace fa sfilare nell’Hangar Bicocca rivestito in bianco, è un upside down dell’idea stessa di Versace. Del resto, non nuovo né inventato da Donatella perché fu lo stesso Gianni nel 1994 a inventarsi una virata “bourgeoise”. In quella collezione la star della sfilata era Claudia Schiffer che, infatti, chiude anche quella di stasera. Però c’è anche una campagna pubblicitaria successiva di Versace, degli inizi Duemila scattata da Steven Meisel, che aveva già queste atmosfere, tra pastelli carichi e pettinature cotonate trattenute da cerchietti che ora Versace trasferisce fluidamente anche sull’uomo. È un’idea di vita in eterna vacanza sulle città che possiedono le spiagge, ovviamente in America tra California e Florida.


Moschino


Senza direttore creativo ma con una collezione preparata da quattro stylist internazionali, Moschino festeggia i suoi 40 anni. Nel nome del suo fondatore, Franco Moschino

Chi ha avuto la chance di vedere la mostra “X anni Kaos” negli spazi del negozio di via Sant’Andrea nel 1993 sa bene di quanta inesauribile energia è capace il marchio. Da quella mostra di quadri dipinti da Franco Moschino (1950-1994) ne nacque un libro dallo stesso titolo che domina le librerie più raffinate e quelle più pop, indifferentemente. E ha un valore: racconta una moda che, nata nel 1983 da un’intuizione di Franco Moschino, già stilista per il marchio Cadette, si è caratterizzata con le parole prima che con i vestiti. Tra gli slogan declamati dagli altoparlanti durante le prime sfilate alla Fiera di Milano uno di quelli che più hanno colpito è stato “La moda avvelena anche te. Dille di smettere!” Che si è addirittura rivelato profetico.