Spirito Libero – Bacino del Congo



 

Il Bacino del Congo è un’enorme area con una complessa situazione politica, sociale e ambientale. Nonostante sia ricca di giacimenti di minerali rari, di diamanti, di petrolio, la grandissima maggioranza della popolazione versa in condizioni di estrema povertà.



Considerata l’“Amazzonia africana” è la seconda foresta pluviale più estesa al mondo, ospita specie carismatiche come il gorilla, il leopardo, lo scimpanzé e l’elefante di foresta. Dopo l’Amazzonia, è il più importante serbatoio di assorbimento del carbonio del Pianeta, svolgendo le funzioni di “polmone” del clima mondiale e di regolatore del clima dell’intero continente.


Il Bacino del Congo è un’enorme area con una complessa situazione politica, sociale e ambientale. Nonostante sia ricca di giacimenti di minerali rari, di diamanti, di petrolio, la grandissima maggioranza della popolazione versa in condizioni di estrema povertà. Anche le strategie di conservazione spesso si arrestano di fronte a grandissimi interessi commerciali per lo sfruttamento delle risorse forestali e del sottosuolo. Negli ultimi anni si sono moltiplicati anche gli attori che agiscono nell’area creando una notevole conflittualità di obiettivi e di azioni. Gli interessi delle grandi compagnie internazionali che sfruttano le risorse del sottosuolo, il ruolo dei governi, i diritti delle popolazioni indigene, gli obiettivi di sviluppo socio-economico e la tutela della biodiversità sono tutti elementi che molti difficili da conciliare.



Le foreste del bacino del Congo ospitano circa 10.000 specie di piante tropicali, di cui il 30% sono endemiche e d esclusive di quest’area. Oltre le specie carismatiche, qui vivono almeno altre 400 specie di mammiferi, 1.000 specie di uccelli e 700 di pesci. Il bacino del Congo è abitato da esseri umani da oltre 50.000 anni e fornisce cibo, acqua dolce e rifugio a oltre 75 milioni di persone tra cui etnie che cercano in ogni modo di mantenere il proprio stile di vita e un rapporto sostenibile con la natura. Esistono quasi 150 gruppi etnici distinti e il popolo Ba’Aka è tra i rappresentanti più noti di un antico stile di vita di cacciatori-raccoglitori. Le loro vite e il loro benessere sono intimamente legati alla foresta.


Le specie vegetali, animali e le popolazioni indigene che vivono nella vasta area del Bacino del Congo sono in pericolo. Il taglio illegale e non sostenibile, la costruzione di strade e dighe e le attività minerarie stanno distruggendo le foreste a ritmi sempre più elevati. Le nuove strade permettono una penetrazione in territori un tempo inaccessibili, permettendo ai bracconieri di uccidere e catturare a scopo alimentare o commerciale un maggior numero di animali selvatici, incluse specie rare e molto localizzate. La carne delle specie selvatiche costituisce un piatto pregiato nelle città dell’Africa Centrale, ma negli anni recenti si è diffusa l’usanza anche nei paesi occidentali, tra cui l’Europa. A rischio sono sopratutto i primati africani, fra cui i gorilla e lo scimpanzé. I branchi di elefanti continuano a essere decimati dal bracconaggio per il commercio d’avorio, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, che ha visto la sua popolazione di elefanti scendere dai circa 200.000 esemplari degli anni ’60 a meno di 20.000.


 

Il lavoro del WWF nella regione del Congo è ormai fortemente integrato con la Partnership per le Foreste del bacino del Congo, intesa a creare nuove aree protette, rafforzare la gestione delle aree esistenti e fornire opportunità di sviluppo economico. Insieme ai loro partner, stanno lavorando in tutta l’area del Bacino del Congo per:


  • creare una rete di aree protette finalizzate a conservare la biodiversità;
  • incoraggiare le aziende del settore minerario e di quello del legno a promuovere le migliori pratiche gestionali;
  • promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dalla deforestazione e dal degrado delle aree forestali;
  • sostenere le migliori pratiche economiche sostenibili e gli investimenti finanziari in progetti di sviluppo e infrastrutturali;
  • migliorare le condizioni di vista delle popolazioni indigene e locali;
  • ridurre il bracconaggio ai danni delle specie selvatiche e il commercio di carni di specie selvatiche (bushmeat).

Il WWF lavora anche nell’’area protetta di Dzanga Sangha, creata nel 1990, è  parte del sito del Tri-National Sangha, diventato nel 2012 patrimonio nature dell’Unesco. Il territorio del Tri-National Sangha con i suoi 4,5 milioni di ettari di foreste tropicale è una delle aree più inviolate del pianeta.



Il Paese occupa la maggior parte del bacino del fiume Congo e ha un piccolo sbocco sull’Oceano Atlantico. La foresta pluviale ricopre il territorio centrale e settentrionale. L’ecosistema forestale in questione appartiene a 7 paesi: la Repubblica Democratica del Congo, il Congo, il Gabon, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Guinea Equatoriale e la piccolissima enclave di Cabinda in Angola. La foresta copre più di 1.725.000 km2 e rappresenta il 26% delle foreste mondiali. È seconda in dimensioni solamente rispetto all’Amazzonia. La Banca Mondiale sostiene in RDC l’espansione dell’industria estrattiva – tra cui quella del legno – come motore dello sviluppo, rischiando così di compromettere il futuro del paese e del clima globale.


Nella regione orientale del Kivu, pochi anni fa, è stato scoperto il coltan (colombite e tantalite), diventato ben presto l’oro dell’high-tech e uno dei motori del conflitto.


Katanga

Il sud-est è caratterizzato dall’altopiano di Shaba (storicamente conosciuto come Katanga che significa “rame” in kiswahili) che racchiude la ricchezza mineraria del paese: rame, zinco, stagno, cobalto e uranio.


La savana è il paesaggio che domina la parte meridionale del territorio nazionale caratterizzata da elevata densità demografica e da attività agricole intensive (cotone, arachidi, caffé, canna da zuccchero, caucciù e palma da olio).


Documenti di altre Organizzazioni

Ministero dell’Ambiente – Legislazione, politiche, piani e programmi, trattati, accordi, potenzialità di investimento in materia di ambiente (acqua, foresta, biodiversità) e protezione della nutura.

ICCN (Institut congolais pour la Conservation de la Nature/Istituto Congolese per la Conservazione della Natura) – Ente statale che gestisce le aree protette della Repubblica Democratica del Congo.