Patrizia e Gabriele Maccarinelli ci portano in questo speciale (in 3 parti) in Sicilia. Un viaggio affascinante e coinvolgente nella terra dei sensi.
Dalla collaborazione tra Annalisa e Tananai ci si poteva forse aspettare un tradizionale brano estivo danzereccio, ha portato invece “Storie brevi”, singolo elegantissimo che racconta “l’altro lato” di un amore vissuto d’estate. Scritto da Annalisa e Tananai con Davide Simonetta (che con Tananai ne cura anche la produzione) e Paolo Antonacci, parla di cosa succede quando, nel bel mezzo d’agosto, l’amore tra due persone non si può concedere il lusso della superficialità. Il brano – con diversi inserti in lingua inglese (come “You got me feeling strano”, ovvero “Mi fai sentire strano”) – racconta un sentimento vissuto in città, con le persiane abbassate per non morire di caldo, la tv accesa per farsi compagnia e la rilassatezza di chi non ha bisogno d’altro.
Mentre il resto del mondo è al mare a godersi “storie brevi” senza capo né coda, i due protagonisti vivono l’uno per l’altra. I due amanti si prendono il rischio di non essere convenzionali, rischiando di innamorarsi e stare male, molto più umani degli altri con il “cuore di plastica”. Interessante, in questo arrangiamento minimale, è la nudità delle due voci che esalta l’intreccio del loro canto. Annalisa è già protagonista dell’estate con il brano di Don Joe, Gué e Ernia in “Istinto animale” e con il “non singolo”, già un tormentone in streaming, “Beatrice” con Tedua. In più, festeggia il terzo disco di platino con “Sinceramente” che ancora naviga alta nella top 50 di Spotify Italia. Dall’altra, Tananai ha presentato lo scorso marzo “Veleno”, un brano che si sta insinuando, dopo qualche tempo, nelle orecchie e nel cuore del pubblico. Da questo brano si evince che le cose migliori nella vita accadono a chi sa aspettare, a chi vola ma lo fa “piano piano”. Di questo, i due artisti sono campioni olimpici.
La biografia delle donne dalla cui mente è nato uno dei fumetti italiani più longevi di sempre in pubblicazione da oltre sessant’anni.
Nel corso della sua storia, il fumetto italiano ha avuto come protagonisti autori e personaggi capaci di valicare i confini nazionali, disegnare magie e tracciare linee guida che hanno fatto scuola anche all’estero. Tra tutti, però, le sorelle Giussani meritano indubbiamente una menzione speciale: le due, infatti, hanno dato vita a un fenomeno chiamato Diabolik da donne vissute in un’Italia della seconda metà del Novecento. Il loro merito è dunque doppio e parla sì di talento creativo, ma anche di uno spirito imprenditoriale particolarmente affinato che, partendo dai gusti del proprio pubblico di riferimento, ha costruito esattamente ciò che i lettori volevano. Nelle prossime righe, dunque, abbiamo riassunto la biografia di Angela e Luciana Giussani, e il percorso che le ha portate a realizzare il loro capolavoro, come nostro omaggio a due menti brillanti che rivivono ancora oggi in ogni avventura pubblicata dalla Astorina.
La storia di successo delle sorelle Giussani e il loro legame con Diabolik parte dalla figura della sola Angela. Nata il 10 giugno 1922 a Milano la ragazza dedica i primi anni della sua giovinezza alla carriera di modella, ma nel 1946 conosce e sposa Gino Sansoni, il proprietario della casa editrice Astoria Edizioni per la quale inizierà a lavorare di lì a poco. Assunta come responsabile della collana di libri per ragazzi, la Giussani decide però di licenziarsi pochi anni dopo per poter fondare l’Astorina con i soldi ricevuti dalla liquidazione e dedicarsi così a progetti in proprio. Scelta come sede un’ala del grande appartamento in cui marito e moglie vivono in via Leopardi 25, i primi lavori della neonata società sono in realtà un sonoro buco nell’acqua: Big Ben Bolt dura meno di due anni, ma il fallimento non demoralizza Angela che, leggendo un romanzo di Fantômas trovato per caso sui sedili di un treno, trova lo spunto creativo per dar vita al personaggio che la consacrerà a livello mondiale.
Nel novembre del 1962 nasce infatti Diabolik, alla cui pubblicazione la sorella Luciana inizierà a partecipare solo dopo tredici lavori già andati in stampa. La piccola, infatti, si era diplomata presso una scuola tedesca e aveva iniziato a lavorare in una fabbrica: anche per lei, tuttavia, l’indole creativa ha avuto il sopravvento e le storie scritte a quattro mani dalle due si riveleranno le migliori di sempre. Angela morirà il 10 febbraio 1987, lasciando la sorella a capo dell’attività: progressivamente anche lei si ritirerà a vita privata, pur continuando a scrivere le avventure di suo pugno fino al 2000, prima di morire nel marzo del 2001.
L’opera Diabolik firmata dalle sorelle Giussani è interessante fin dal concepimento. Secondo Angela, infatti, il fumetto avrebbe dovuto adattarsi alle esigenze dei tanti pendolari, sempre alle prese con diversi mezzi di trasporto e dunque desiderosi di storie avvincenti e facili da leggere, contenute all’interno di volumi dalle piccole dimensioni. In merito alla scelta del genere, inoltre, due sono state le intuizioni geniali: da un lato, il già citato ritrovamento di un libro con protagonista Fantômas su un treno; dall’altro, un’approfondita ricerca di mercato dalla quale emerse la predilezione del pubblico per i romanzi gialli.
In quegli anni, poi, alcune riviste (tutte incentrate su vicende forti in grado di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine) registravano grandi volumi di vendite. Le caratteristiche di Fantômas, dunque, furono il punto di partenza per lo sviluppo di un personaggio al contempo spietato, spaventoso e geniale che avrebbe dovuto incutere timore e rispetto in chiunque si fosse trovato a seguirne le avventure. Per enfatizzare lo stratagemma, poi, la Giussani decise di rappresentare nella prima copertina una donna che urlava di terrore e la scritta «per adulti», in modo da stuzzicare fin dalla vista l’interesse del suo pubblico.
Come detto, dopo il primo fallimento rappresentato da Big Ben Bolt, il fumetto Diabolik si convertì in pochissimo tempo in un incredibile successo capace di consacrare Angela Giussani (e successivamente anche la sorella Luciana) nell’Olimpo dei fumettisti più importanti della seconda metà del Novecento.
La casa editrice Astorina, infatti, continua a ideare, disegnare e pubblicare le vicende del protagonista da più di sessant’anni collaborando di volta in volta con le penne più prestigiose del panorama italiano. La diffusione del personaggio, peraltro, non si è limitata alla sola Italia e molti sono stati i Paesi esteri in cui ha avuto risonanza: dagli Stati Uniti alla Polonia, dal Brasile alla Grecia passando per Argentina, Colombia, Messico, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Germania e Danimarca. Diverse, infine, sono state le apparizioni di Diabolik al cinema: nel 1968, per esempio, è stato protagonista dell’omonimo film di Mario Bava; nel 2021, invece, Diabolik dei Manetti Bros ha dato il via a una trilogia di cui il secondo capitolo (Diabolik – Ginko all’attacco) è atteso per il 17 novembre 2022.